01_Storia


La Confraternita di Misericordia di Soci fu fondata il 1° Ottobre 1909 da un gruppo di cattolici di Soci.

La proposta nacque in seguito ad una visita pastorale tenutasi a Soci nel giugno del 1908 e ad uno scambio di corrispondenza tra il Parroco don Beniamino Bravi e il Vescovo Mons. Volpi.Don Bravi era preoccupato per l’opera svolta nel paese dalla Croce Bianca, così chiese il permesso di fondare una società di mutuo soccorso di ispirazione cristiana cattolica unendo le compagnie cosiddette di Devozione già esistenti: la Compagnia dei Flagellanti la cui sede era la Cappella a nord di Piazza Garibaldi, quella del Corpus Domini e quella dell’Immacolata Concezione le quali si trovavano in critiche circostanze finanziarie, con pochi confratelli e non avevano altro scopo se non il culto.Con la fusione Don Bravi voleva aggiungere i soccorsi materiali a quelli spirituali già esistenti.

Il vescovo approvò ben volentieri ma la notizia di questa fondazione non fu accolta alla stessa maniera dai socialisti e dagli anticlericali che videro nella Misericordia uno scomodo concorrente in settore che ritenevano ormai di loro esclusiva competenza. I rapporti tra queste due associazioni non furono quindi dei migliori e sfociarono in una tragica vicenda tuttora non chiara. Nel 1916 morì il Cav. Sisto Bocci, Direttore del Lanificio, il quale volle gratificare tutte le Istituzioni di Soci con somme cospicue lasciando tra l’altro Lire 5.000 alla Confraternita per l’ingrandimento e il miglioramento del suo locale e Lire 80.000 all’Asilo Infantile.

Saputo del lascito testamentario Don Bravi si affrettò a istituire una Scuola Materna, e a nome della Misericordia si dichiarò disposto a concedere i locali a condizione che l’Asilo avesse un indirizzo educativo religioso.

Così facendo avrebbe ottenuto il denaro per terminare i lavori iniziati dalla Confraternita per la costruzione sua Sede. E così avvenne.Nel 1922 morì Don Bravi, Parroco a Soci per più di trent’anni, a cui succedette Don Guido Buti che divenne anche Correttore della Misericordia.

A parte una divergenza avutasi nel ’23 tra Don Buti e parte dei confratelli, nulla è dato sapere sulle vicende della Confraternita fino al 1965, anche se continuava a esistere e a operare, infatti sappiamo che possedeva un carro funebre a stanghe a cui veniva attaccato un cavallo in occasione dei funerali e niente più. Nel 1965 con il nuovo parroco Don Silio Bidi riprende vita la Confraternita.

Il nuovo Governatore, Comm. Danilo Livi, e il nuovo Segretario, Giuseppe Corezzi, inviarono una lettera in cui comunicarono alla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’ Italia che la Confraternita di Misericordia di Soci era stata ricostituita e si chiedeva un nuovo statuto in sostituzione di quello del 1909 che servisse da orientamento per lo svolgimento delle attività che l’ Associazione si proponeva di svolgere.

Una delle opere più importanti fu la realizzazione di un monumento ai caduti di tutte le guerre, progettato dall’ Architetto Zetti di Bibbiena, inaugurato nel ’75 e posto in un’ aiuola verde dinanzi la Chiesa di Soci. La caratteristica del monumento è costituita da due macine di frantoio su cui sono state incise in rilievo le parole di una frase dettata da don Silio Bidi, all’epoca parroco di Soci: “Le guerre sono la macina dei popoli” e un’altra: “La Confraternita di Misericordia di Soci ai caduti di tutte le guerre”.

Infine una lampada volitiva testimonia il ricordo della popolazione verso coloro che hanno sacrificato le loro giovani esistenze in guerra. Tale monumento venne fortemente voluto dalla Confraternita, che da sempre non si propone solo di svolgere compiti assistenziali, ma anche di tramandare ai posteri la memoria di quei giovani che nel corso di due sciagurate guerre sacrificarono la loro gioventù.

 



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